Fame vera o fame tossica?


fame tossicaSono arrivata alla convinzione che la nostra opulenta società occidentale ha una vera e propria ossessione per il cibo e il mangiare. Pur vivendo in un'abbondanza mai conosciuta prima nella storia dell'Uomo, sembra che moltissime persone temano di sperimentare la “fame”. Probabilmente, la memoria cellulare di antiche carestie e privazioni fa scattare un'irragionevole paura di rimanere senza cibo, anche per brevi periodi di tempo. Ovviamente, non sto qui affrontando il problema (enorme) della fame nel mondo e dell'iniqua distribuzione della ricchezza, né quello ambientale e dello spreco delle risorse.

Desidero affrontarlo dal punto di vista fisiologico, visto che mangiare in continuazione è tutt'altro che salutare. Così facendo, il corpo risulta ininterrottamente impegnato nel processo digestivo, che ha precedenza su altri meccanismi fisiologici, tra cui quello dello smaltimento ed eliminazione delle tossine e dei prodotti di scarto del metabolismo.

Mangiando i cibi sbagliati si instaura un circolo vizioso che ci porta ad accumulare residui tossici: da un lato, le cellule affamate continuano a chiedere nutrimento e a stimolare chimicamente la fame; dall'altro i cibi cotti, compattati e ipercalorici tardano a produrre la dilatazione dello stomaco (stimolo della sensazione di sazietà), comportando l'ingestione di troppe calorie; dall'altro ancora le tossine depositate nei vari distretti corporei restano “silenti” solamente quando l'apparato digerente è continuamente al lavoro.

Quando il corpo si libera dall'incombenza della digestione, infatti, cerca di avviare il processo della disintossicazione, che fa normalmente parte dei ritmi circadiani quotidiani dell'organismo. La mobilizzazione delle tossine per la loro eliminazione, però, dà origine a sensazioni di disagio, specialmente se queste sono in quantità eccessiva. Tali sensazioni sono, di solito, confuse con i sintomi del calo glicemico post-prandiale, l'abbassamento della concentrazione dello zucchero nel sangue, come avviene dopo che si digerisce il pasto, ma in realtà sono solamente coincidenti con questo. Introdurre altro cibo interrompe il processo di disintossicazione, facendo scomparire la sintomatologia, cosicché la persona si sente meglio e si perpetua il circolo vizioso della falsa fame.

La sensazione di debolezza, talvolta di capogiro e di “buco” allo stomaco, sono dovute al tentativo di eliminazione delle molte tossine accumulate e non al fatto che abbiamo bisogno di introdurre altre calorie! In realtà, in questi casi si ha bisogno di altro, ma non di calorie, bensì di nutrienti veri, di cibo altamente sostanzioso, antiossidante e alcalinizzante!

Studi scientifici hanno stabilito che chi segue una dieta sana, cioè nutrizionalmente ricca, non accumula indicatori infiammatori come fanno, invece, le persone in sovrappeso che, spesso, mangiano in continuazione cibi poveri di nutrienti. È stato rilevato che queste ultime sviluppano un maggiore stress ossidativo quando consumano un pasto povero in micronutrienti, conseguenza del danno prodotto dai radicali liberi. Nelle loro urine si può quantificare un aumento delle perossidasi e delle aldeidi, provocato dai lipidi e dalle proteine danneggiate.

Questo tipo di sintomi scompare dopo aver intrapreso un'alimentazione corretta per qualche mese. Ingerendo quotidianamente cibi naturalmente ricchi di nutrienti e dando loro il tempo di accumularsi nei tessuti del corpo, i sintomi di affaticamento, mal di testa, irritabilità e crampi allo stomaco scompaiono e si può sperimentare la “fame vera”, quella che i cibi addizionati di sale e zuccheri raffinati, oppure contenenti glutine ed eccitanti non ci consentono di sperimentare, perché corrompono il senso del gusto.

La fame vera si sente nella bocca e non nello stomaco. Si tratta di una sensazione gradevole che rende il sapore del cibo estremamente piacevole. Non è dolorosa né alienante e ci segnala, semplicemente, un bisogno fisico di introduzione di calorie per mantenere la massa magra. Questa sensazione naturale ci guida, inoltre, a stabilire la quantità adeguata di alimenti da introdurre, adatta alle necessità biologiche, senza eccessi e quindi senza la produzione di peso indesiderato. Funziona così: quando iniziamo a mangiare (con la fame vera), anche un cibo semplicissimo come frutta o verdura senza condimenti ci sembra delizioso. Continuando a mangiare, per un certo periodo, rimaniamo estasiati dalle sensazioni piacevoli che il cibo produce sulle nostre papille gustative. Ad un certo punto, ecco che il sapore si “spegne”, quel cibo non ci sembra più così attraente e risulta meno appetibile. Questo vuol dire che abbiamo raggiunto la quota giusta di quell'alimento; con questo cambio di sensazioni il corpo ci segnala che va bene così, per il momento non ha più bisogno di quei nutrienti.

Instaurare questo tipo di dialogo con il proprio corpo, riconoscerne la modalità comunicativa, è importante per rimanere snelli e in salute. Chi si alimenta con caffè, cibi salati, burro, formaggio, alcol, dolci raffinati, cibi industriali, bibite gassate, ecc., non è in grado di percepire queste delicate informazioni. Rimane preda di desideri compulsivi verso questo o quel cibo particolare, esattamente come succede nelle crisi di astinenza da sostanze stupefacenti. Quando dite: “Ho una irrefrenabile voglia di pizza!”, oppure “Non riesco a fare a meno del caffè”, o ancora “Non toglietemi il cioccolato!”, ebbene, si tratta di dipendenza, esattamente come per le droghe.

La fame vera non richiede cibi speciali per essere soddisfatta e gode della naturalità e della freschezza degli alimenti. In definitiva, un corpo sano è programmato per dare i segnali giusti per mantenersi in salute.

Ricapitolando: per stare in salute non è bene mangiare in continuazione ed avere la digestione perennemente in corso. È buona norma, invece, non mangiare finché non si sente fame (vera). Mangiare cibo ricco di nutrienti (verdure a foglia verde, ortaggi, frutta, noci e semi, germogli) modifica e riduce progressivamente la fame tossica, mettendoti in grado di sentirti meglio ingerendo meno calorie (comunque la quantità “giusta” per il tuo specifico corpo). Non aspettare di sentirti sazio/a e strapieno/a per smettere di mangiare. Se all'ora del pasto non hai fame, ritardalo o saltalo completamente. Alla fine, svilupperai la capacità di comprendere quale sia la giusta quantità di cibo che allevierà la fame, facendoti sentire soddisfatto/a e di nuovo veracemente affamato/a per il pasto successivo.

N.B. Queste indicazioni sono indirizzate a persone senza patologie particolari, soprattutto se in sovrappeso. Se sei già troppo magro, o soffri di patologie diagnosticate, hai bisogno di consigli specifici per la tua condizione.

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