I tuoi geni mettono in pericolo la tua salute? – di T. Colin Campbell


geni e cellulaRingrazio il Dr. T. Colin Campbell ed il Center for Nutrition Studies per avermi autorizzato a tradurre e pubblicare questo articolo. A questo link l'originale – Are your genes hazardous for your health?

Nel 2005, ho nuovamente visitato la Cina (il mio decimo viaggio dal 1981!) Ogni volta, mi rendo maggiormente conto di quanto il nostro mondo sta diventando più piccolo ed interconnesso. Fax, e-mail e telefoni di ogni genere ci ricordano costantemente, ovunque ci troviamo, la possibilità di comunicare e condividere la nostra comune umanità.

La Cina mi ha anche ricordato un altro fatto: non importa quanto piccolo il nostro mondo stia diventando, occidentali ed orientali hanno ancora esperienze e concetti molto contrastanti in materia di salute. Il pensiero dei cinesi deriva da secoli di pratica, il nostro dagli strumenti della scienza e della medicina moderna. I primi puntano a controllare la malattia attraverso la prevenzione, noi tendiamo a controllare la malattia attraverso la cura. I cinesi, almeno nella Cina rurale, basano la propria alimentazione principalmente su alimenti di origine vegetale; noi basiamo la nostra soprattutto su alimenti di origine animale. Per una buona salute, loro pongono l'accento sulle esperienze di tutto il corpo ed il consumo di alimenti integrali; noi sottolineiamo la "panacea" di farmaci e procedure chirurgiche mirate.

La mia ipotesi di fondo per una vita sana: sapere come controllare l'espressione genica attraverso abitudini alimentari e stile di vita è più importante che conoscere quali geni causano una determinata malattia.
 
Il contrasto delle nostre filosofie è ancora più sorprendente nei riguardi delle recenti relazioni sulla connessione tra geni e malattia. Secondo questi resoconti, vi sono uno o più geni o unità ereditarie responsabili del tumore al seno, del cancro al colon, di quello del fegato, del morbo di Alzheimer, ecc. Due recenti storie da prima pagina sul New York Times, riportate da Gina Kolata, fanno notare che gli scienziati hanno scoperto, ad oggi, circa 900 geni, direttamente associati a qualche tipo di malattia od altra condizione morbosa. Ciò che questi articoli non citano è il ruolo che la dieta può svolgere nel modificare tali previsioni genetiche.
 
Sto parlando di geni nel più ampio senso del termine. Considero "geni" sia quelli naturali ereditati dai nostri genitori, sia quelli mutati generatisi successivamente, dopo la nascita. In ogni caso, le implicazioni sono le stesse. Ogni risposta biologica, malattia o altro, origina direttamente o indirettamente dai geni all'interno delle nostre cellule. Questi geni sono, in sostanza, i progetti della nostra esistenza biologica. Sono i "semi" da cui nascono le risposte.
 
Lo ammetto, queste nuove scoperte sui geni sono meravigliosamente affascinanti. In un certo senso stiamo cominciando a capire le basi stesse della malattia. Stanno già diventando commercialmente disponibili dei test per determinare esattamente quali geni sono legati a tale precisa malattia. Ma purtroppo, manca qualcosa di veramente importante. Mi riferisco a questo: stiamo ignorando le condizioni dell'alimentazione e dello stile di vita che determinano come e quando questi geni saranno espressi. Quasi sempre, avere un particolare corredo genetico non rappresenta né l'unica, né l'ultima parola. Prima che un gene possa manifestarsi attraverso una malattia, o qualsiasi altra condizione, il suo messaggio "nascosto" deve essere rivelato.
 
L'alimentazione può aiutare a cambiare le previsioni genetiche
 
Un numero crescente di ricercatori si è recentemente interessato a quei fattori responsabili dell'espressione genica. Uno dei miei laureati post-dottorato, per esempio, ha dimostrato in modo convincente che l'espressione del gene responsabile del tumore al fegato può essere drasticamente repressa, ed il cancro al fegato ritardato oppure evitato, se vengono consumate meno proteine ​​animali. Questo tipo di scoperta non è nuovo. Molti anni fa, i ricercatori hanno scoperto che la produzione di enzimi, che sono i principali prodotti di espressione genica, potrebbe essere fortemente controllata da ciò che mangiamo. Purtroppo, questa informazione non viene adeguatamente pubblicizzata, con risultati disastrosi.
 
Gli articoli a cui mi riferivo prima sollevano alcune importanti questioni etiche. Ad esempio, cosa farebbe una persona venendo a sapere che a causa dei geni è destinata ad avere un cancro oppure un disturbo neurologico? Cosa faranno i datori di lavoro e le compagnie di assicurazioni mediche con queste informazioni? I genitori dovrebbero informare i bambini su chi risulta positivo al test? La lista potrebbe continuare all'infinito.
 
Quale differenza farebbe se ricordassimo che i geni stabiliscono solo un potenziale di malattia; essi da soli non causano la malattia! È necessario capire, apprezzare, e quindi agire su quei fattori responsabili di esprimere o esporre i messaggi genetici nascosti.
 
I referti medici fatalisti vi raccontano solo la metà della storia
 
Ciò che mi preoccupa di più di queste storie è il fatalismo trasmesso dagli scienziati ai medici e dai medici ai loro pazienti. Le persone che vengono a sapere di possedere tali geni patogeni spesso si comportano in modi molto tragici ed improduttivi. Secondo il report della signora Kolata sul New York Times, un ragazzo di nove anni ancora sano, risultato positivo per il gene di una malattia neurologica, è stato dato in adozione. In altri casi, quando è stato detto ad alcune giovani donne sane che avevano una predisposizione genetica per il tumore al seno, queste si sono sottoposte a mastectomia precoce. Altre volte è stato tentato il suicidio.
In questo caso, i geni forniscono la natura; i fattori nutrizionali e lo stile di vita forniscono l'ambiente (n.d.t. si riferisce all'espressione "nature versus nurture" utilizzata per indicare il dibattito relativo agli effetti dei geni e dell'ambiente. Viene ripresa verso la fine dell'articolo).
 
La signora Kolata scrive che alcuni scienziati preferiscono non riferire ai genitori di bambini risultati positivi della presenza del gene della malattia di Alzheimer, perché "non può essere né trattata né prevenuta". Che fatalismo! Se questo fosse vero, allora perché si riscontra una relativamente forte correlazione tra l'incidenza di questa malattia ed il consumo di carne? Non potrebbe essere che il gene responsabile della malattia di Alzheimer sia simile nella sua espressione al gene del tumore al fegato e che potrebbe essere represso tramite il mangiare meno carne o qualche altro cibo? Infatti, il messaggio di fondo negli articoli del New York Times sembra portare come motivo principale per il test genetico il fatto che ci permette di monitorare le malattie più da vicino in modo da poter poi determinare quando sia necessaria la chirurgia o qualche altro intervento importante.
 
Praticamente, nelle relazioni giornalistiche non viene fatta menzione che questi geni debbano esprimersi per concretizzare il loro danno. Su questo punto, le prove scientifiche sostengono il ruolo di una corretta alimentazione nella prevenzione di alcune malattie, creando  in tal modo un metodo per controllare l'espressione dei geni indesiderati. Anche se non conosciamo esattamente quali tipi di sostanze nutritive prevengono queste malattie, né come agiscono nel controllo dell'espressione genica, sappiamo che il consumo regolare di alimenti a base vegetale offre la migliore possibilità di fornire un controllo globale per la maggior parte di queste malattie, e quindi per l'espressione dei loro relativi geni.
 
I miei colleghi che concentrano il loro lavoro su questi geni (alcuni di noi li chiamano "gene jockeys" – n.d.t. lett. "manovratori di geni" – secondo me, analogo a "disc jockey") non saranno d'accordo con me su questo punto perché vogliono conoscere l'esatto meccanismo ed esattamente quali sostanze negli alimenti siano responsabili di un determinato effetto. Purtroppo, questi scienziati sembrano avere poca conoscenza, o speranza, nell'idea che mangiare cibi integrali del tipo giusto possa controllare lo sviluppo di queste cosiddette malattie genetiche. In generale, i biologi molecolari contano sul concetto che un giorno, non troppo lontano, la scienza sarà in grado di sostituire i geni difettosi che causano malattie con altri nuovi. Si chiama terapia genetica. Presumibilmente, quando saremo in grado di identificare tutti i geni responsabili di ogni nostra malattia, saremo in grado di estrarli e sostituirli con quelli nuovi.
Grazie, terrò i miei geni.
 
Questa storia sui geni ed i "gene jockeys" è solo l'ultimo capitolo che illustra il dibattito Est/Ovest sulla "natura contro cultura" (n.d.t. di nuovo l'espressione "nature versus nurture" che abbiamo visto prima. Ho virgolettato il tutto per sottolineare il gioco di parole e significati che sfumano dal nutrimento vero e proprio ai condizionamenti culturali ambientali). In questo caso, i geni forniscono la "natura", i fattori nutrizionali e di stile di vita forniscono "l'ambiente".
 
Accetterò qualsiasi gene io abbia; in ogni caso, non ho alternativa. Non ho bisogno di avere un mucchio di Frankenstein che pensano allo scambio dei miei geni, qualunque essi siano. Preferisco usare il tipo di dieta che, sulla base di diverse prove molto solide, funziona al meglio per tenere sotto controllo quei geni che è bene rimangano addormentati.
 
T. Colin Campbell è il direttore del Cornell-Oxford-China Diet and Health Project. Si è formato alla Cornell (MS, Ph.D.) e MIT (Research Associate) in nutrizione, biochimica e tossicologia. Attualmente ricopre la cattedra di Jacob Gould Schurman Professor di Biochimica Nutrizionale alla Cornell University.
 
Riferimenti:
Kolata, Gina, "Should Children Be Told if Genes Predict Illness?" The New York Times, September 26, 1994.
Kolata, Gina, "Tests to Assess Risks for Cancer Raising Questions," The New York Times, March 27, 1995.
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