The China Study – T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell II


The China Study - T. Colin CampbellProiezioni incrociate di dati statistici ricavati in 28 anni di ricerca presso le popolazioni di aree rurali della Cina (tra le quali si riscontrava una drastica riduzione della percentuale di incidenza delle principali malattie cosiddette “del benessere”), in relazione all’alimentazione, messa a confronto con la moderna dieta americana.

Ora, non obiettare: “Ma noi siamo in Italia e ci alimentiamo con la salutare dieta mediterranea“, perchè la cosiddetta “dieta mediterranea” contemporanea, per molti italiani, comprende il consumo di Coca Cola e Pringles, per esempio, per non parlare dei dannosissimi chewing-gum!

Il modo di alimentarsi medio, in Italia, non è poi così lontano dal modo di alimentarsi americano!

Detto questo, ritengo che si tratti di un libro che dovrebbe essere letto da tutti: il dott. T. Colin Campbell, professore emerito di biochimica nutrizionale alla Cornell University di Ithaca (NY), ha avuto il coraggio di denunciare l’intreccio criminale che esiste tra una certa casta medica corrotta, certe industrie alimentari ed i sistemi sanitari di molti paesi.

La sua storia

Cresciuto in una fattoria dedita all’allevamento di mucche da latte, quindi considerandolo l’alimento principe per l’essere umano, il dr. Campbell si è trovato, ad un certo punto della sua carriera di ricercatore scientifico, con l’incarico di indagare le cause di una forte incidenza di tumore epatico tra i bambini filippini.

L’interesse verso questa popolazione verteva, fino a quel momento, sulla malnutrizione di questi bambini, ipotizzando uno scarso apporto di proteine, specie quelle animali, ma, con molta sorpresa, i bambini più colpiti dal tumore epatico risultarono quelli più abbienti, cioè quelli che introducevano con la dieta più derivati animali.

Nel frattempo, al dr. Campbell era arrivata voce del risultato di un esperimento eseguito in India su topi da laboratorio: pareva che abbattendo l’apporto di proteine animali su soggetti con carcinoma epatico si potesse bloccare la crescita del tumore, nel 100% dei casi! Questi due dati (1- tra i bambini filippini che mangiavano più proteine animali c’era un’incidenza più elevata di tumore epatico; 2- su topi con tumore epatico la drastica riduzione di proteine nella dieta causava un arresto della crescita del tumore) fecero riflettere il dr. Campbell sulla possibile implicazione della dieta nella formazione e nella promozione dei tumori.

Una teoria rivoluzionaria

Elaborata questa ipotesi, riuscì a farsi finanziare degli esperimenti per comprovarla e risultò che con un apporto di proteine animali del 5% sulle calorie totali il tumore si arrestava, mentre con il 20% la crescita veniva incentivata. La proteina che venne scelta come rappresentante delle proteine animali fu la caseina, che costituisce il 78% della frazione proteica del latte.

Le altre proteine animali si comportano, comunque, in modo analogo e la cosa più preoccupante è che queste reazioni hanno avuto luogo con una percentuale di apporto proteico decisamente entro il range di normale nutrizione umana: nella dieta occidentale corrente si assume spesso il 20% di proteine animali!

Amante della scienza e della ricerca della verità, il dr. Campbell si trovò costretto a riconsiderare le sue opinioni sulla qualità del latte come alimento salubre per l’essere umano. Elaborò ulteriori ipotesi su come le proteine animali potessero incentivare la crescita iniziale del tumore, a partire dall’esposizione a determinati agenti cancerogeni capaci di determinare modificazioni nel DNA e scoprì che, secondo gli standard correnti di definizione di “agente cancerogeno” la caseina si situa al primo posto come patogenicità.

Uno studio serio ed approfondito

Ovviamente, dr. Campbell non si limitò a prendere per buoni solamente i suoi esperimenti, ma fece una vasta ricerca sui risultati di esperimenti condotti da altri scienziati e scoprì che esisteva molto materiale su quanto le proteine animali fossero deleterie e, soprattutto, non necessarie nell’alimentazione umana.

In particolare risultò che le proteine animali erano responsabili di: aumentare l’incidenza del diabete di tipo 1; aumentare la perdita di calcio dalle ossa; sotto forma di latte di mucca, essere causa di allergie nei bambini e associate alla formazione di cataratta, artrite reumatoide, disordini digestivi, ecc.; il consumo di carne è stato, inoltre, associato alla preoccupante incidenza dei casi di Alzheimer.

Lo studio Cina aggiungendo, tramite dati epidemiologici, la responsabilità dei grassi allo sviluppo dei tumori, contribuì a farlo arrivare alla conclusione che una dieta a base di cibi integrali di origine vegetale sia la migliore per preservare la salute dell’essere umano.

Un’esortazione per tutti

Nel corso ed alla fine del libro, egli afferma che: Attualmente disponiamo di un’ampia e approfondita gamma di prove del fatto che una dieta a base di alimenti  naturali vegetali è la migliore” per promuovere la salute del cuore, dei reni, delle ossa, degli occhi e del cervello, ed inoltre per contrastare il cancro, il diabete e le malattie autoimmuni, e conclude dicendo: “Si potrebbero e dovrebbero svolgere altre ricerche, ma l’idea che le diete a base di cibi naturali vegetali possano proteggere da una gran varietà di malattie croniche e perfino curarle non può più essere negata.

Non sono più pochi individui a sostenere la validità della dieta a base vegetale in base alla loro esperienza, alla loro filosofia o uno studio scientifico isolato: oggi esistono centinaia di studi di ricerca dettagliati, esaustivi e ben condotti che vanno nella stessa direzione. (…)  Abbiamo raggiunto un punto nella storia in cui le nostre cattive abitudini non possono più essere tollerate.

Come società, ci troviamo sull’orlo di un profondo baratro: possiamo precipitare nella malattia, nella povertà e nel decadimento, oppure possiamo convertirci alla salute, alla longevità e all’abbondanza. Per farlo, ci occorre il coraggio di cambiare. Che ne sarà dei nostri nipoti tra cent’anni? Solo il tempo potrà dirlo, ma io spero che la storia di cui siamo testimoni e il futuro che ci aspetta saranno a beneficio di tutti noi.” (pagg. 322-325)

Condivido l’esortazione alla presa di coscienza e penso che questa debba riguardare tutto ciò che implica il nostro essere vivi (cosa e come mangiamo, con cosa ci vestiamo, come utilizziamo le risorse naturali, ecc.). The China Study ci aiuta ad essere consapevoli nel campo dell’alimentazione! Buona lettura!!! 🙂

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Degli stessi autori:
Whole – Vegetale e Integrale
Il Piano Campbell
The China Study – Le ricette

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