Lo stress (parte prima) – Quanto ci può danneggiare


Stress allarme rossoQuanti conoscono i meccanismi dello stress ed i pericoli che comporta? Quanti di noi, attivi uomini e donne occidentali, possono dire di esserne immuni? Se ti venisse chiesto: “Oggi ti senti stressato?”, come risponderesti?

In genere, circa il cinquanta per cento delle persone interpellate risponde “no”, ma test HRV sulla Variabilità della Frequenza Cardiaca effettuati su queste stesse persone hanno rilevato che più del novanta per cento di esse risultava in stato di stress fisiologico.

Cosa si intende per “stress fisiologico”

Lo stress fisiologico è uno stato di sbilanciamento del sistema nervoso. É una condizione associata in maniera elevata all’instaurarsi di disturbi e malattie.

Il Center for Disease Control di Atlanta sostiene che il novanta per cento di tutti i problemi di salute è collegato in qualche modo allo stress. Bruce Lipton, noto biologo, ricercatore e autore di best sellers, in una sua ricerca pubblicata dalla Stanford Medical School, aumenta questa percentuale fino al novantacinque per cento.

Non basta stare attenti a ciò che mangiamo, ad evitare l’inquinamento e così via… lo stress è un meccanismo che ci attacca dall’interno del nostro stesso corpo e ci può far ammalare nonostante tutti i nostri inconsapevoli sforzi.

Come si diventa stressati

Lo stress può derivare da qualunque situazione o pensiero faccia sentire frustrati, arrabbiati o ansiosi. Ma la reazione è completamente personale, per cui ciò che provoca stress ad una persona non risulta necessariamente stressante per un’altra.

Ecco che quella fattura trovata nella posta, o il conflitto con il vicino di casa, oppure la preoccupazione per la salute, possono effettivamente rappresentare dei fattori stressanti.

Tutti noi siamo dotati di una sorta di “contenitore” interno che rappresenta la quantità di stress che siamo in grado di gestire prima che qualcosa in noi ceda. Finché questo contenitore non è pieno possiamo gestire bene agenti stressanti aggiuntivi, fino a quando non arriva la classica “goccia che fa traboccare il vaso” e l’anello più debole della nostra salute si rompe, manifestando dei sintomi. Via via che i sintomi aumentano di numero, il corredo viene identificato dalla medicina ufficiale e definito con il nome di una specifica malattia.

Troppo stress

Una volta, Ernesto Calindri pubblicizzava un noto amaro “contro il logorio della vita moderna”… La cosa, allora, faceva sorridere. Ora la pressione della quotidianità nella civiltà occidentale è aumentata considerevolmente e l’individuo riceve migliaia di stimoli che portano ansia, preoccupazione e paura, a cominciare dalla terribile scatola onnipresente negli appartamenti, chiamata “televisore”.

Un corpo autonomo

Il sistema nervoso centrale è suddiviso in due parti, una volontaria ed una autonoma.

La parte più estesa è rappresentata proprio dalla parte autonoma, che significa letteralmente “automatica”, in quanto noi non dobbiamo occuparcene direttamente. In effetti, il 99,99% di tutto ciò che accade nel corpo umano avviene in maniera automatica, sotto il controllo del sistema nervoso autonomo.

Non dobbiamo pensare coscientemente alle varie tappe della digestione, non dobbiamo decidere quando secernere l’insulina per abbassare la glicemia. Non è necessario dover dirigere consapevolmente le funzioni del fegato e dei reni, o decidere di quanto far crescere i capelli ogni giorno.

Per nostra fortuna, quasi tutto ciò che riguarda il nostro corpo accade automaticamente, perché non ci basterebbe certo il tempo a nostra disposizione per pensare consciamente ad ogni singola reazione chimica!

Fisiologia dello stress

Il sistema nervoso autonomo si suddivide ulteriormente in parasimpatico, che si occupa della crescita, della guarigione e della maggior parte delle attività automatiche per la manutenzione del veicolo fisico, e in simpatico.

Quest’ultimo sistema (simpatico) dovrebbe essere utilizzato dal corpo molto meno frequentemente del precedente. É quello che si attiva ogniqualvolta ci troviamo in pericolo e, in una manciata di secondi, dobbiamo decidere se difenderci o fuggire per salvarci la vita. In passato, questo sistema è risultato fondamentale per la sopravvivenza.

Attacca o fuggi

Quando andiamo in questa modalità, la biochimica del corpo subisce delle variazioni: il flusso sanguigno viene dirottato dallo stomaco, dalla parte creativa del cervello (frontale), dai reni e dal fegato, per essere indirizzato ai muscoli, per permetterci, appunto, la difesa o la fuga. Infatti, se non sopravvivessimo ai successivi minuti, che necessità avremmo di digerire, di ripulirci dalle tossine, di equilibrare gli elettroliti o di creare qualcosa di nuovo? Dobbiamo “solamente” combattere o scappare, funzioni per le quali i muscoli risultano decisamente più utili.

Effetti dello stress a livello cellulare

Il corpo è progettato per far fronte ad un certo grado di stress ma, soprattutto, allo stato di stress (ipertonia) deve seguire uno stato di rilascio e calma (vagotonia), in unalternanza equilibrata. Se i cambiamenti indotti nel corpo dallo stress permangono nel tempo, possono causare danni agli organi ed influire sul funzionamento del sistema immunitario, esattamente come una qualunque macchina “tirata” sempre al massimo delle sue prestazioni.

Cellula epitelialeQuando scatta l’allarme (stress) le cellule arrestano i normali processi di crescita, guarigione e riparazione. Ricordo che, come ho scritto prima, è un allarme che dovrebbe attivarsi solo in casi di vera emergenza e durare pochi minuti. Le cellule si “chiudono”, non ricevono più ossigeno, minerali, nutrienti, e arrestano l’eliminazione dei prodotti di scarto e delle tossine. Questo fa si che l’ambiente interno della cellula diventi tossico in brevissimo tempo.

Inoltre, attraverso i dendriti, giunzioni neuro-immunologiche, il cervello impone una modalità di “attesa” allo stesso sistema immunitario. Anche queste funzioni, infatti, possono essere momentaneamente sospese, nel frattempo che noi, in qualche modo, ci “salviamo la pelle”. Il sistema immunitario, d’altronde, spende una grande quantità di energia per assolvere ai suoi compiti, ed il “sistema corpo” vuole invece che, per i minuti successivi, tutta l’energia e tutte le risorse disponibili siano dedicate al solo scopo di rimanere in vita.

Il centro di controllo

Lo stress è controllato dal sistema nervoso centrale. Lo stress fisiologico viene creato attraverso l’asse ipotalamo-pituitaria-surreni. L’ipotalamo rappresenta l’unità di elaborazione centrale per l’intero cervello. É connesso al sistema limbico, che riguarda i centri cerebrali in cui risiedono le emozioni.

Mediante gli ormoni che l’ipotalamo mette in circolo attraverso la ghiandola pituitaria e il flusso sanguigno, vengono controllate diverse funzioni quali: pressione arteriosa, temperatura corporea, contenuto di acqua (sete e funzione renale), contrattilità uterina, latte materno, impulsi emotivi, ormone della crescita, ghiandole surrenali, tiroide e organi sessuali.

Gli effetti dello stress arrivano, quindi, ad apportare cambiamenti in ciascuno dei suddetti organi e funzioni. In particolare, agisce direttamente sul rilascio di adrenalina, cortisolo, insulina e ormone della crescita.

Nel presente articolo abbiamo visto quanto subdolamente possa agire sul corpo una condizione prolungata di stress. Vai alla seconda parte per vedere come misurarlo e quali strategie applicare nella vita quotidiana per arginarlo.

Articolo di Megliocrudo.it: citazioni del testo possono essere fatte liberamente solo se si indica chiaramente che l’autore è megliocrudo.it e si inserisce un link che rimandi al contenuto originale su questo sito. Non è permessa la copia di interi articoli; per citazione si intende un estratto dal testo che non superi il 40% del medesimo.

David Lazzari
Una guida efficace
per ritrovare l’equilibrio
Giunti Edizioni
David Posen
50 strategie
per ritrovare il benessere
Lswr Edizioni
Francesco Bottaccioli
La scienza dello stress
e la scienza della salute
Tecniche Nuove Edizioni
Condividi su