Stile di vita, alimentazione a base vegetale e patologie “del benessere”


stile di vita antico

Lo stile di vita occidentale è cambiato in maniera totale, specialmente nell’ultimo secolo.

Fino ad una decina di anni fa avevo una zia, nata nel 1913, che mi raccontava che per lei vivere ai giorni nostri era come un sogno, nel senso che le sembrava incredibile.

Quando lei era giovane, nel nostro paese dell’entroterra sardo c’era molta povertà, famiglie spesso numerose avevano case di una o due stanze al massimo, che spartivano con gli animali.

Si mangiava poco, a base di alimenti semplici e, talvolta, ripetitivi, come patate, cipolle e altri prodotti di produzione propria o scambiati con parenti e vicini.

Si mangiava carne solo nei giorni di festa grande ed i più poveri neanche allora. Le persone erano magre, temprate dal duro lavoro e, quando sofferenti, lo erano più per carenza che per altro.

Un cambiamento radicale

Non penso che la realtà quotidiana di quei tempi fosse tanto diversa nel resto d’Italia, se non, forse, nelle grandi città, e comunque da allora lo stile di vita è cambiato drasticamente dappertutto, città comprese.

Ascoltare la sua testimonianza mi ha portato a riflettere su come, in pochi decenni, la vita occidentale si sia evoluta in modo strano e fulmineo, distaccandosi sempre più dalla Natura, alimentazione compresa.

La zia, alla veneranda età di 80 anni si è trovata a fronteggiare una diagnosi di diabete che pian piano l’ha debilitata fino alla morte. Come lei tante persone, troppe, si trovano oggi a fare i conti con un’inquietante incidenza di malattie cronico-degenerative chiamate “del benessere”, tra le quali si annoverano patologie quali la sindrome metabolica, l’obesità, il diabete, le cardiopatie, l’Alzheimer, ed altre ancora, compresi diversi tipi di tumore.

Ma cosa è cambiato? Cosa ci ha portato a distanziarci così tanto dal vivere naturale e frugale che ha caratterizzato tanta parte della storia del nostro Paese e dell’uomo in generale?

stile di vita consumistico anni 50

Dalla frugalità all’abbondanza con l’aiuto della tecnologia

Il boom tecnologico ed economico del dopoguerra (dagli ultimi anni ’50 in poi) ha portato a diminuire progressivamente l’attività fisica quotidiana e, in parallelo, i consumi alimentari hanno sempre più privilegiato prodotti di origine animale e cibi via via più raffinati, elaborati e poveri di nutrienti effettivi.

Con l’arrivo del frigorifero, si è cominciato a conservare con più efficacia gli alimenti deperibili e, parallelamente, l’industria ha elaborato strategie di prolungamento della durata dei prodotti sugli scaffali dei nuovi negozi, chiamati “supermercati”, che, da allora, hanno offerto con progressiva abbondanza le “novità” del mercato alimentare, soprattutto delle nascenti multinazionali.

Dopo gli anni di stenti della guerra, l’uomo occidentale si è dato al lusso sfrenato della produzione e del godimento delle più varie innovazioni in ogni campo del vivere quotidiano, senza porsi assolutamente il problema se ciò che inventava e commercializzava potesse essere dannoso per l’ecosistema umano e terrestre.

Dal punto di vista alimentare, più aumentava il consumo di grassi e proteine animali, di alimenti salati ed ipercalorici, più diminuiva l’assunzione di fibra, frutta, verdura e prodotti agricoli poco lavorati, insostituibili fonti di micronutrienti.

Si radicavano, pure, più o meno lentamente, abitudini nocive, come il fumare, il bere caffè ed assumere altre sostanze eccitanti socialmente approvate, nonché l’eccessivo consumo di bevande addizionate con zucchero. L’utilizzo di bevande alcoliche, come vino e birra, era già diffuso, ma sono diventati ancora più accessibili che in passato i superalcolici.

stile di vita occidentale moderno

Lo stile di vita base della salute

Tutte queste consuetudini quotidiane fanno parte di quello che si definisce lo “stile di vita”, che pone le basi della nostra salute, in quanto esercita un effetto cumulativo per tutta la durata della nostra esistenza.

È importante che basi salutari vengano poste il più precocemente possibile, perché le patologie elencate in precedenza sono in gran parte prevenibili tramite corrette abitudini di vita.

Studi scientifici di coorte ed epidemiologici, come il China Study, pongono l’accento sulla dannosità di un’alimentazione a base di proteine animali e grassi saturi.

Come abbiamo visto in questo articolo, le proteine animali sono chiamate in causa nell’eziologia dei tumori, in quanto altererebbero i normali processi di detossificazione dell’organismo, preposti alla difesa dagli agenti cancerogeni esterni.

Altri eminenti medici sperimentatori, come Caldwell B. Esselstyn, Dean Ornish, Joel Fuhrman, Neal Barnand, hanno scritto libri di successo nei quali riportano un’ampia casistica di miglioramenti e guarigioni complete delle patologie del benessere, proponendo un cambio alimentare che incoraggia enfaticamente il consumo di grandi quantitativi di alimenti integrali esclusivamente a base vegetale.

L’alimentazione, tra i vari aspetti che compongono lo stile di vita, assurge ad un’importanza fondamentale come determinante della nostra salute.

Un’equilibrata nutrizione a base vegetale può costituire a tutti gli effetti un’efficace prevenzione ed un ottimo coadiuvante di eventuali terapie, quando non dimostra di essere terapia essa stessa.

Ciò non toglie che sia altrettanto importante, smettere di fumare, fare più attività fisica, limitare o escludere le bevande alcoliche e il caffè, ecc.

Gli studi sulla popolazione vegetariana (che comprende anche quella vegana) hanno evidenziato un’aspettativa di vita più lunga di 5 anni ed uno stato di salute migliore rispetto alla restante popolazione dello stesso Paese.

Obesità

Siamo talmente abituati a vedere intorno a noi persone in sovrappeso che quasi lo riteniamo normale.

Il pensiero che chi è grasso manifesta abbondanza e benessere è un retaggio dei periodi antichi, durante i quali imperversavano le guerre e si soffriva la fame e la carestia, mentre, in genere, tale stato era abbinato a ricchezza e opulenza.

Con l’abbondanza del dopoguerra già citata prima, però, e il proliferare di prodotti artefatti, con contenuto calorico vuoto di nutrienti, il fenomeno è andato crescendo a dismisura, tanto che oggi vediamo sempre più giovani, se non addirittura bambini, francamente obesi e quasi nessuno che se ne preoccupi veramente.

L’obesità (definita da un indice di massa corporea – IMC o BMI – maggiore di 30) non è una condizione da tollerare: essa può accorciare la vita anche di vent’anni ed è una delle cause principali di diabete mellito, in quanto favorisce l’instaurarsi dell’insulino-resistenza.

Con l’aumento dell’IMC, si ha anche un abbassamento del colesterolo HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”), mentre aumentano i livelli di colesterolo LDL (quello “cattivo”), aumenta la pressione arteriosa ed il rischio di cardiopatia ischemica, cancro del colon e della mammella.

L’alimentazione a base vegetale, ricca di frutta e verdura, attraverso l’elevato contenuto di fibre ed una bassa densità calorica, riduce il rischio di obesità. Accostata ad un buon livello di attività fisica e a basse assunzioni di grassi saturi, riduce anche il rischio di diabete mellito, in uno stile di vita sano e attivo.

Malattie cardiovascolari

È un gruppo di malattie variegato, che comprende l’arteriosclerosi e le sue complicanze (infarto, angina, insufficienza cardiaca): alle arterie cerebrali (ictus, demenza, parkinson), alle arterie degli arti inferiori (claudicatio, cancrena), all’aorta (aneurismi), alle arterie renali (ipertensione, insufficienza renale) e all’occhio (retinopatia).

Sono state rinvenute placche ateromasiche nel corso di autopsie effettuate su giovani morti durante le guerre in Corea e nel Vietnam e addirittura in bambini di 12 anni, a testimonianza del fatto che tutti siamo soggetti ad averle se non conduciamo uno stile di vita corretto ed un’alimentazione sana.

La situazione resta silente, in genere, fino a che il passare degli anni non logora abbastanza l’organismo. Esistono, però, casi di morti giovanili per infarto o per ictus in soggetti apparentemente del tutto sani e in piena forma.

È ormai di dominio comune l’associazione tra livelli ematici di colesterolo e le cardiopatie (nozione supportata da molti studi). Il Framingham Heart Study (in corso, con varie fasi, dal 1948) ha, tuttavia, evidenziato che al di sotto del valore di 150 mg/dl di colesterolo non si verifica infarto del miocardio (solo ¼ degli abitanti della terra supera questi valori: la popolazione occidentale).

Il colesterolo è presente SOLO nei cibi di derivazione animale, nessun alimento di origine vegetale lo contiene. Non abbiamo bisogno, però, di ingerirlo dall’esterno, poiché il nostro corpo lo sintetizza autonomamente.

La carne magra, oltre ad essere la parte in cui il colesterolo abbonda, apporta circa il 30% delle calorie dai grassi, mentre con cereali, fagioli, verdura e frutta meno del 10% delle calorie totali derivano dai grassi. Oltre a ciò, questi alimenti vegetali apportano vitamine (C, E), beta-carotene, flavonoidi ed altri elementi che rivestono un ruolo importante nella prevenzione delle cardiopatie.

Uno studio del 1999 indica che la dieta vegana (compresa nel gruppo delle diete definite “vegetariane”) presenta un indice di mortalità per malattie cardiovascolari ridotto del 24%.

Migliorando l’assunzione di acidi grassi omega-3 e di calcio e riducendo i grassi trans-idrogenati ed il sale si possono ottenere risultati anche migliori.

Con una dieta a basso contenuto di grassi, con la grande quantità di fibre dell’alimentazione vegana, la pressione arteriosa può calare del 10% anche senza variare il contenuto di sodio. Ancora meglio se questa alimentazione virtuosa è inserita nello stile di vita sano che abbiamo inquadrato più sopra.

Osteoporosi

Fin dalla nostra infanzia siamo stati abituati a sentirci dire che dovevamo bere più latte se volevamo delle ossa forti e sane, proclamandolo come la fonte di calcio per eccellenza.

Purtroppo ricerche recenti, e altre più datate ma meno note, evidenziano come l’incidenza dell’osteoporosi sia più elevata proprio in quei Paesi (Finlandia, Stati Uniti, Svezia, Inghilterra, Nuova Zelanda) dove è elevato il consumo di latte.

La densità ossea dipende più dalla composizione dell’intera dieta e dall’attività fisica praticata, piuttosto che dalla semplice assunzione di calcio, soprattutto se questo è unito ad una fonte di proteine animali, come avviene nel latte.

Infatti per avere le ossa sane e forti è necessario salvaguardare la permanenza del calcio nello scheletro, così come nell’intero organismo, minimizzando le perdite di questo minerale.

Il calcio è così importante perché è il mezzo attraverso il quale il corpo si difende dall’acidosi, condizione che porta l’organismo in “sofferenza” e che perciò esso cerca di bilanciare con i minerali alcalini come, appunto, il calcio.

I fattori acidificanti sono anche definiti “ladri di calcio” e sono rappresentati, soprattutto, dalle proteine (in particolare quelle animali), dal sodio (sotto forma di sale da cucina, ma anche mimetizzato nei cibi confezionati), dalla caffeina, dal fumo, dalla mancanza di attività fisica, dall’alcol, dall’utilizzo di farmaci come antiacidi, antiepilettici, cortisonici, dal fosforo contenuto nella carne.

Demenza

Malattie come Alzheimer, Parkinson ed altri tipi di demenza sono sempre più comuni nella civiltà occidentale. Sono anch’esse da annoverare tra le malattie degenerative e da sempre più numerosi studi appaiono correlate alla dieta.

Ancora una volta l’imputata è l’alimentazione occidentale, ricca di zuccheri raffinati e cibi ad alto indice glicemico ed insulinico, di prodotti animali ricchi di grassi saturi e povera di cibi vegetali integrali (che apporterebbero fibre, vitamine, polifenoli ed altri antiossidanti).

Come già accennato, questo tipo di dieta promuove una situazione di insulino-resistenza, con eccesso di radicali liberi, omocisteina, colesterolo e grassi saturi, che possono, i primi, favorire l’Alzheimer, mentre gli ultimi il morbo di Parkinson.

Cancro

Il National Cancer Institute nel 1995 ha stimato che dal 20% al 75% delle morti per tumore si può ricondurre a fattori dietetici (colon-retto 70% – mammella 50% – prostata 75% – pancreas 75%).

Le linee guida per la prevenzione dei tumori indicano come migliore strategia per la prevenzione l’adesione ad una dieta ricca di fibre e povera di grassi, che includa vari tipi di frutta, verdura, cereali e legumi, come alimenti poveri di grassi saturi e ricchi di antiossidanti e fibre.

Coloro che si alimentano a base vegetale, la cui dieta soddisfa naturalmente tali requisiti, si collocano ai livelli più bassi di rischio di cancro.

Vegetale integrale in uno stile di vita sano

Passare ad una alimentazione a base vegetale è molto facile, quando si conoscono tutte le offerte alternative alla carne e ai derivati animali reperibili oggi sul mercato (qui la prima e la seconda parte degli articoli dove parlo dettagliatamente della transizione all’alimentazione a base vegetale).

Tra l’altro, molti dei piatti comunemente presenti nella dieta mediterranea sono già vegetali, come l’italianissima pasta al sugo (semplice) o la farinata di ceci (conosciuta nel nord-Sardegna come “fainè”, in Toscana come “cecina”), ed altri lo possono diventare con piccolissime modifiche.

Pensate solamente alla varietà di risotti, zuppe e minestre, torte salate, verdure, legumi e tutte le insalate che, abitualmente, vengono considerate un “contorno” e che possono diventare ottimi piatti principali semplicemente aumentandone la quantità.
stile di vita sanoNei Paesi occidentali stiamo vivendo un periodo unico nella storia dell’umanità: abbiamo abbondanza, comodità, tecnologia, accesso al sapere mondiale tramite la rete informatica e molto altro.

Possiamo decidere consapevolmente, più dei nostri predecessori costretti alla stretta sopravvivenza, cosa offrire al nostro corpo e come dirigere i nostri sforzi per preservare il Pianeta e bonificarlo dagli errori del passato.

Ciascuno di noi può dare il proprio contributo alla salute collettiva iniziando dalla propria, dalle scelte effettuate nel quotidiano.

Articolo di Megliocrudo.it: citazioni del testo possono essere fatte liberamente solo se si indica chiaramente che l’autore è megliocrudo.it e si inserisce un link che rimandi al contenuto originale su questo sito. Non è permessa la copia di interi articoli; per citazione si intende un estratto dal testo che non superi il 40% del medesimo.

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