MFO – l’autosabotaggio promosso dalle proteine animali


MFO

Sai cosa significa l’acronimo MFO? Ossidasi a funzione mista – enzimi

Siamo immersi in un mondo di sostanze chimiche, molte delle quali, purtroppo, sono inquinanti e dannose per la vita umana.

Senza strategie di protezione messe in atto automaticamente dal nostro corpo, a livello biologico, oggi come oggi, non potremmo sopravvivere.

Uno di questi importanti meccanismi di detossificazione del corpo umano è costituito da un gruppo di enzimi, chiamati ossidasi a funzione mista (in inglese Mixed Function Oxidase – MFO) che, mediante una serie piuttosto complessa di reazioni, trasformano le sostanze dannose, spesso cancerogene, in metaboliti meno nocivi e facilmente eliminabili attraverso le comuni vie di escrezione corporee.

Le MFO ci proteggono con diversi meccanismi

A livello epatico, precisamente nel reticolo endoplasmatico liscio, questi enzimi, che comprendono una proteina piuttosto “famosa” in ambito scientifico, conosciuta come “citocromo P450”, sono in grado di metabolizzare sostanze esogene (i vari inquinanti, pesticidi, tossine, ecc.) ed endogene (ad es. gli ormoni steroidei).

Generalmente, trasformano sostanze poco solubili in acqua ed altamente dannose per l’organismo, in sostanze idrosolubili, meno deleterie, facilmente eliminabili per via renale.

Si tratta di un processo molto importante e complesso che, a seconda delle sostanze metabolizzate, talvolta, non riesce ad inattivarne completamente la tossicità e, insieme al metabolita eliminabile, produce anche piccole quantità di molecole altamente reattive, con una vita molto breve, poiché hanno un’alta affinità con le molecole circostanti.

Gli studi di T. Colin Campbell sulle MFO

Il dr. T. Colin Campbell ha studiato approfonditamente il meccanismo delle MFO e spiega così il loro funzionamento:

Questo complesso enzimatico si trova principalmente nel fegato, ma anche in altri tessuti, ed è responsabile della conversione chimica in metaboliti meno tossici.

In questo processo si converte una sostanza chimica liposolubile in un altro prodotto solubile in acqua e, mediante l’intervento di ulteriori enzimi, si arriva alla produzione di metaboliti meno tossici che possono essere escreti.

Meccanismo di azione delle MFO

Ma questo processo enzimatico, che abbiamo studiato a lungo ed in modo molto dettagliato, è un sistema estremamente complesso.

Alla fine della catena di reazioni, si converte la sostanza cancerogena in un metabolita meno tossico, ma si produce anche una piccola quantità di un intermedio chiamato epossido. Questa molecola ha solo pochi istanti di vita; in sostanza, è estremamente reattiva.

Per chi può capire la terminologia chimica, è così reattiva che risulta di natura elettrofila e può legarsi alle cosiddette sostanze “nucleofile”, una delle quali, tra le più importanti, è il DNA dei geni. Una volta prodotta, si lega molto rapidamente al DNA con uno stretto legame covalente e porta a quello che noi consideriamo un gene danneggiato.

In condizioni salutari il DNA viene pressoché completamente riparato

Fino al 99,99% del DNA danneggiato viene, normalmente, prontamente riparato, ma se la cellula contenente il gene deteriorato entra in mitosi e dà origine a due cellule figlie, queste sono ormai “mutanti” e possono dare origine ad un processo tumorale.
Questo è solo uno dei meccanismi di carcinogenesi, attivo nella fase cosiddetta di “iniziazione”; in relazione a questa, rappresenta la spiegazione biochimica del perché l’incidenza di certi tumori aumenti di pari passo al consumo di proteine animali e, in special modo, di caseina.

Con i suoi esperimenti di laboratorio, il dr. Campbell ha, infatti, ripetutamente dimostrato, come la caseina, e le proteine animali in genere, stimolino il meccanismo di disintossicazione delle MFO.

In presenza di proteine animali le MFO vengono stimolate e producono più metaboliti instabili

Fino agli anni ’60 del secolo scorso si era pensato alla cosa come ad un vantaggio, in quanto pareva che, ad esempio, l’assunzione di caseina portasse ad una ridotta tossicità delle aflatossine (micotossine cancerogene – molto studiate da Campbell – presenti in vari cibi mal conservati, come granaglie, mais e arachidi, che innescano danni genetici che portano al tumore al fegato).

Invece, Campbell è andato ad indagare l’intero processo in modo più completo ed ha scoperto che le proteine animali aumentano comunque l’incidenza dei tumori, anche se la tossicità dell’aflatossina risulta ridotta, in particolare, come dicevo, nella fase di “iniziazione” della neoplasia.

Questo succede perché, aumentando l’attività delle MFO, aumentano anche i metaboliti ultra-reattivi (epossidi) che causano i danni genetici che portano alla formazione dei primi “cluster” tumorali.

MFO Sviluppo dei tumori dopo alterazione dei geni

Così, una reazione che inizialmente, presa singolarmente, sembrava avere effetti positivi, si è rivelata avere un esito complessivamente negativo.

Una visione complessiva sulle MFO e sicuramente più completa

Queste scoperte hanno convinto sempre di più il dr. Campbell a passare da un atteggiamento riduzionista (tipico della medicina allopatica), orientato al singolo evento e alla singola reazione, ad una prospettiva più ampia ed olistica.

Dirigere la propria attenzione troppo nello specifico, spesso, fa perdere di vista il quadro generale e questo impedisce di vedere l’intero processo biologico nel suo complesso.

Certamente, nello sviluppo dei tumori hanno rilevanza anche altri aspetti, ma questo meccanismo di iniziazione a partire dalla mutazione genica in presenza di metaboliti ultra-reattivi di agenti carcinogeni ed il fatto che le proteine animali causino un innalzamento dei fattori di crescita e di infiammazione, nonché di acidificazione dell’organismo, spiegano bene perché alcuni tumori abbiano una così alta correlazione statistica con l’assunzione di grassi e proteine animali (che tra loro sono correlati al 90%)!

MFO - correlazione statistica tra cancro al seno ed assunzione di grassi totali

C’è molto da riflettere su quanto sia poco salutare l’alimentazione comunemente seguita in occidente… in questo caso per come cibi innaturali e/o adulterati dalla mano dell’uomo possano influire sui normali processi metabolici, tanto che da protettivi li convertono in auto-sabotanti!

Per di più, per stare in salute non abbiamo proprio bisogno di assumere proteine animali. Un’alimentazione integrale a base vegetale è perfettamente in grado di fornirci tutte le sostanze nutritive indispensabili, più un nutrito corredo di molecole protettive che migliorano ulteriormente il benessere.

Articolo di Megliocrudo.it: citazioni del testo possono essere fatte liberamente solo se si indica chiaramente che l’autore è megliocrudo.it e si inserisce un link che rimandi al contenuto originale su questo sito. Non è permessa la copia di interi articoli; per citazione si intende un estratto dal testo che non superi il 40% del medesimo.

Per approfondire:
T. Colin Campbell – Whole – Vegetale e Integrale
Thomas M. Campbell, T. Colin Campbell – The China Study + DVD gratuito – Edizione speciale
T. Colin Campbell, Aaron Scheibner – A delicate balance – Un equilibrio delicato – DVD

Condividi su

2 commenti su “MFO – l’autosabotaggio promosso dalle proteine animali

  • emare

    Buongiorno, l'articolo è molto interessante, ma la mia attenzione è stata attirata dal grafico "Total fat intake and breast cancer". Ebbene, dal grafico risulta che l'Italia e la Francia hanno lo stesso di numero di morti per tumoti al seno, ma la Francia consuma quasi il doppio di grassi animali. Qualcuno ha una spiegazione per questo fenomeno? La qualità della carne ? Associazione con altri alimenti ?

    Emanuela

     

    • Rosy L'autore dell'articolo

      Ciao Emanuela. Interessante questione. Non sono, al momento, a conoscenza di studi che abbiano preso in considerazione queste particolari differenze tra Paesi; ovviamente, ciò non vuol dire che non esistano. In ogni caso, non penso sia la qualità della carne a fare la differenza… l’incidenza delle malattie fa capo ad una serie di concause relative allo stile di vita nel suo complesso, entro il quale si inserisce l’alimentazione, come anche l’attività fisica, l’aria che si respira, il tasso di stress fisico ed emotivo, ecc. Il dato fondamentale del grafico cui ti riferisci è che al di sotto di una certa soglia di grassi totali l’incidenza di tumori al seno è praticamente nulla, in qualsiasi Paese! 😉

I commenti sono chiusi.