Mangiare vegan e crudista a Parigi – Reportage di turismo alternativo – parte prima


Paris transfer(1)Se qualche anno fa mi avessero predetto che per rivedere mia figlia sarei dovuta andare a Parigi, sarei rimasta molto perplessa ed avrei pensato che sarebbe stato bello ma poco probabile. Invece, è successo davvero!
Mia figlia sta completando il suo iter di studi universitari con un “Erasmus” a Parigi ed io, da brava mamma, sono andata a trovarla, dopo 5 mesi di lontananza.


Ho potuto programmare solamente 4 giorni di viaggio, durante il quale non ho voluto visitare i soliti posti, perlomeno non nel “solito” modo. D'altronde si trattava della mia terza volta a Parigi: avevo già visitato il Louvre, le Palais Royal, i giardini del Luxembourg, scalato la Tour Eiffel, visitato le Galeries Lafayette… insomma, fatto le cose più classiche che si possano fare a Parigi.
Però, questa è stata la mia prima visita da crudista vegana

Road map around ParisAncora prima di partire, la domanda d'obbligo è stata: dove si mangia crudista o, almeno, vegano a Parigi?
Durante la visita precedente, da famiglia onnivora, eravamo andati avanti a bistecche, cotolette alla milanese, patate fritte e mousse al cioccolato… Avevo consumato anche molte insalate, condite con l'immancabile vinaigrette, con il risultato di tornare in Italia con un reflusso gastro-esofageo quasi da ricovero!
È bastato porre la domanda al gruppo di amici di Crudismo Facile e subito è arrivato il suggerimento di scaricare una “App” utilissima: Happy Cow. Ti indica il ristorante vegetariano/vegano più vicino al luogo in cui ti trovi in quel momento. L'abbiamo utilizzata ampiamente.
Insieme a questa “dritta”, mi è stato indicato uno dei ristoranti crudisti più famosi: 42 Degrés, che mi sono riproposta di visitare e testare.

2581154-Tickets_desk_in_Beauvais_Airport_ParisSiamo partiti da Cagliari nel primo pomeriggio del venerdì… alle 17 eravamo all'aereoporto di Beauvais, in perfetto orario, dopo un viaggio assolutamente tranquillo (tablet e cuffie con qualche film rilassante sono stati assolutamente di aiuto nel far passare il tempo).
Subito fuori dall'aereoporto, sulla destra, si trova la biglietteria per il bus che trasborda i passeggeri a Porte Maillot, fermata dalla quale è possibile prendere la Metropolitain de Paris per qualsiasi destinazione cittadina.
Alla biglietteria è possibile trovare un po' di fila, in genere di veloce smaltimento, con personale che sa parlare un po' di italiano, quindi nessun problema per fare il biglietto. È possibile acquistare direttamente qui i biglietti della Metro parigina, ma è comunque davvero facile farlo ai distributori automatici che si trovano ad ogni ingresso, avendo l'accortezza di avere qualche spicciolo appresso, oppure una carta di credito valida (non tutte le macchinette accettano le banconote).
In seguito, i passeggeri vengono instradati, nel giusto numero, verso i vari bus che partono ogni 10 minuti. Nell'attesa, il personale aveva messo un po' di musica, cortesemente italiana. Peccato si trattasse della canzone “L'italiano” di Toto Cutugno… come minimo obsoleta!!! Ma è possibile che all'estero siamo rappresentati da Toto Cutugno??? Vabbe'… non ho avuto il tempo di protestare perché il pullman è partito subito!

hotel-du-roussillonIl viaggio verso Parigi è durato un paio d'ore, più del dichiarato (un'ora e un quarto).
Il nostro albergo (prenotato tramite il sito booking.com) si trovava molto vicino a Place d'Italie e quindi a Porte Maillot abbiamo preso la linea 1 e poi la linea 5 della Metro.
Nonostante i molti attentati ai miei piedi, alle gambe ed ai fianchi da parte delle “sardine” della linea 1 (a Parigi la gente se ne frega se ti trova sulla sua strada: non sanno cosa voglia dire “schivare”, ti travolgono e basta!), siamo riusciti ad arrivare alla piazza verso le 20 di sera.
Mollati i bagagli in albergo (Hotel du Roussillon – una maison molto bohémien con ancora la scala in legno originale, al n.23 della Rue Paulin-Méry), il mio obiettivo è stata la cena.

LabonneheureInterpellata Happy Cow, questa ci ha indicato il ristorante bio vegetariano La Bonne Heure, che si trova al n. 72 della Rue du Moulin des Prés, poco distante dall'albergo: un ottimo piatto unico di verdure crude ed al vapore, accompagnate da riso pilaf. In tavola, a disposizione, gomasio e salsa di soya.
Locale piccolo, ma molto carino ed accogliente: luci soffuse, cucina completamente a vista, servizio puntuale e cortese.
Ho digerito tutto perfettamente. Unico “effetto collaterale”, peraltro previsto, visite in più al bagno il giorno dopo, dovute alla doppia razione di barbabietole rosse alla julienne (buonissime!).
Dopo cena, passeggiata fino in albergo e poi siamo crollati pesantemente in un sonno profondo e ristoratore. Ancora non mi pareva vero di trovarmi a Parigi!

– continua –

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