E se volessi meditare?


meditareMeditazione for dummies

La meditazione, come ormai noto, apporta innumerevoli benefici, sia fisici che psicologici e spirituali ma pur essendo, in questi tempi, un argomento più che trattato, può ancora capitare che qualcuno non abbia idea di come fare e da che parte cominciare a praticarla.

 

Sostanzialmente e per come l'intendo io, il tempo che si dedica alla meditazione è principalmente finalizzato ad allontanare la mente dalle incombenze quotidiane e dalla stretta “materialità” per concedersi di “essere”, semplicemente, senza alcun dovere od imposizione.

 

Per fare questo, ci si può avvalere di diverse metodiche, tra le quali trovare quella che maggiormente ci corrisponde. Essenzialmente, esiste un modo di meditare definito “recettivo” che ha come scopo l'assenza di pensieri e mira a raggiungere un livello, appunto, di “consapevolezza senza pensieri”. Mentre nella meditazione “riflessiva” si medita su un oggetto visualizzato, oppure su emozioni, sensazioni o qualità. La prima modalità è tipica delle filosofie orientali, mentre la seconda è più vicina alla cultura occidentale.

 

Come esempio del primo approccio, mi viene subito in mente la meditazione zen, che inizialmente si focalizza sul contare i respiri da uno a dieci e poi riprendere da capo, ma con l'obiettivo finale di realizzare il “vuoto” mentale. Per il secondo, invece, gli esempi sono molteplici e vanno dalle visualizzazioni guidate, alla concentrazione su un punto, su una fiamma o su un fiore, oppure su un mantra (parola o frase – spesso in sanscrito – con un suono particolare, da ripetere in modo continuativo).

 

Qualsiasi sia la tecnica prescelta, è necessario trovare un angolo tranquillo, in cui poter passare un po' di tempo indisturbati, ed avere addosso vestiti comodi, senza cinture o elastici che potrebbero impedire lo scorrimento del sangue. È importante tenere la schiena eretta ma rilassata, cosa che si può ottenere stando seduti su una sedia comoda (senza appoggiarsi allo schienale), sedendosi a terra a gambe semi-incrociate, oppure distesi (se non si ha la tendenza ad addormentarsi).

 

In genere, si inizia a meditare portando l'attenzione al respiro, approfondendolo progressivamente, e rilassando, parte dopo parte, tutto il corpo. È importante raggiungere un certo grado di rilassamento, per poter riuscire ad osservare se stessi con calma ed in assenza di giudizio, senza ingaggiare lotte per controllare pensieri ed emozioni. Per riprendere un esempio caro agli orientali, si tratta di seguire la “via dell'acqua”, che si adatta spontaneamente al recipiente che la contiene, senza opporre resistenza.

 

Non farti trarre in inganno dall'apparente semplicità della pratica! Avrai modo di notare come possa risultare discretamente difficoltoso mantenere l'attenzione, il distacco e l'assenza di giudizio, perché in genere ciascuno di noi tende a farsi assorbire completamente da ciò che vive e ad identificarsi con i propri pensieri e le proprie emozioni, in una costante divisione tra buono e cattivo, positivo e negativo.

 

Si possono, però, osservare i pensieri mentre arrivano e, non appena se ne è consapevoli, semplicemente lasciarli andare, senza forzature. Poi, si può proseguire provando ad osservare lo spazio tra un pensiero e l'altro. Più questo spazio tra i pensieri aumenterà, più la mente sarà sgombra. Il vuoto mentale può durare anche solo un attimo, non quantificabile, poiché si entra in una dimensione di atemporalità che non ha senso paragonare con la percezione spaziale e temporale della nostra sensorialità.

 

La visualizzazione creativa merita un cenno particolare. Viene spesso eseguita in maniera guidata e consente di raggiungere stati di estremo rilassamento, a volte con la finalità di orientare la realtà visualizzando opportuni scenari in accordo con la Legge di Attrazione. Esistono sul web molte registrazioni di visualizzazioni guidate che, anche se non puntando al raggiungimento del vuoto mentale, consentono di abbattere stati di stress e di ansia, ripristinare un sereno rapporto con se stessi e con il proprio potenziale creativo, nonché un senso di appartenenza ad un Tutto più grande ed immanente. Si può, in alternativa, mettere a punto una propria routine e seguirla in completa autosufficienza.

La pratica consiste, detta sommariamente, nel seguire le istruzioni audio mentre si sta comodamente distesi o seduti, ad occhi chiusi e si “vive” quel che la voce suggerisce. Per “vivere” intendo visualizzare le immagini corrispondenti (come proiettate sullo schermo degli occhi chiusi), immaginarne i colori, i profumi, gli odori, la sensazione tattile ed, eventualmente, i sapori nel modo più realistico possibile. Non preoccuparti se non riesci a “vedere” o “sentire” nitidamente, l'abilità nel farlo migliora con la pratica. Per ciascuno, d'altronde, esiste un canale percettivo preferenziale con cui, più naturalmente, fa esperienza del mondo: per una persona sarà più facile visualizzare delle immagini con colori vividi, mentre un'altra sentirà meglio i suoni connessi alla scena, un'altra ancora potrà vivere l'esperienza attraverso le sensazioni tattili e/o gustative. Mi riferisco alle modalità percettive che vengono definite visiva, uditiva e cinestesica: ognuno di noi le utilizza tutte ma in proporzioni diverse, quindi ciascuno ne possiede una propria peculiarità esperienziale.

 

Nei prossimi articoli di questa categoria andremo ad esplorare dei suggerimenti di meditazione di approccio diverso, tra cui varie visualizzazioni guidate, che sono le più condivisibili tramite il mezzo informatico.

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