Commento al decalogo di Patenaude


Come dicevo nella prima parte dell'articolo sul decalogo di Patenaude, mi trovo sostanzialmente in linea con questi suoi consigli che vi ho riportato.

Non eccedere nel consumo di grassi è fondamentale per favorire un ricambio metabolico adeguato. Ormai lo si legge in tutti gli studi con un minimo di serietà, ma purtroppo nel crudismo è davvero molto facile esagerare con questa categoria di cibi.

Non raggiungere le calorie sufficienti nell'arco di una giornata è altrettanto facile, soprattutto nel primo periodo di modifica delle abitudini alimentari. Lo stomaco, abituato a cibi densi ed ipercalorici, ha perso la naturale elasticità che gli consentirebbe di contenere più cibo prima di inviare segnali di sazietà. Perciò, inizialmente, mangiando frutta ci si sente subito sazi per poi, spesso, avere di nuovo fame dopo breve tempo. Con il proseguire dell'alimentazione cruda si può imparare a mangiare maggiori quantitativi di cibo in uno stesso pasto, allenando lo stomaco a riconquistare l'elasticità fisiologica. Può essere utile un programma “contacalorie” (ce ne sono diversi utilizzabili gratuitamente online) per capire quanti carboidrati e quanti grassi è meglio per noi consumare quotidianamente in base a ciò che vogliamo ottenere: mantenimento o aumento del peso, oppure dimagrimento.

Con il terzo punto sono completamente d'accordo: spesso non basta mangiare l'insalata quotidiana per avere un apporto sufficiente di sali minerali e delle varie sostanze utili in essa contenute, a meno che questa non sia veramente abbondante e masticata con certosina pazienza. Ecco perché in ambito crudista ha preso notevole spazio il consumo dei green smoothies proposti da Victoria Boutenko. Essi rappresentano un'ottima e gradevole modalità di consumo per le verdure, in quanto le fibre di cellulosa delle foglie verdi vengono sminuzzate finissimamente, consentendo il miglior assorbimento possibile dei nutrienti.
Mischiare frutta e foglie verdi può produrre risultati entusiasmanti: provare per credere!
Consiglio di cominciare con l'inserire spinaci, iceberg o lattuga “Lollo” in piccole quantità al consueto frullato di frutta, per poi aumentare gradatamente. Variare le proporzioni, la qualità, la quantità della frutta e della verdura, nonché aiutarsi con qualche dattero (fresco o precedentemente ammollato), può essere un'interessante sperimentazione.

Anche a parer mio in certe ricette crudiste le combinazioni alimentari “non si sa dove stiano di casa”. Resta il fatto che ciò che non è raccomandabile mischiare con frutta e verdura a pezzi, diviene, nella pratica, più che digeribile nei frullati. Le lame, infatti, attuano una sorta di “pre-digestione”, vicariando un lavoro di denti ottimale (vanno comunque masticati come che fossero solidi per insalivarli bene)Molte ricette crudiste anche elaborate prevedono l'uso del frullatore o del robot da cucina, quindi anche in questo caso gli ingredienti risultano già “pre-masticati”.
Consiglierei comunque di prestare attenzione alle combinazioni sconsigliabili, specie per chi ha marcati problemi e non vuole rischiare di appesantire la digestione che, ricordo, quando non ottimale produce sempre scorie tossiche.

Trovo che il punto 5 si riallacci molto al primo… parlo dell'approccio che Patenaude definisce “fanatico” del crudo.
È capitato a me, come penso a molti crudisti, inizialmente, di vedere tutto o bianco o nero. Da principio, quando si scoprono le motivazioni del crudo, è quasi automatico essere intransigenti verso se stessi e verso chiunque dica una cosa diversa da quella che ci ha appena convinto così profondamente. Si vuole fare tutto alla perfezione, ci si vuole purificare subito, si sta attenti a consumare tutto tassativamente crudo e biologico e così via. Però, spesso, non si sono acquisite abbastanza informazioni, non si conosce la fisiologia umana e la biochimica del ricambio metabolico. Nel tempo e con la frequentazione di qualche gruppo le informazioni si ottengono, ma inizialmente è facile “sbagliare” in buona fede. Metto il verbo tra virgolette perché non li considererei veri sbagli, piuttosto delle occasioni di riflessione ed apprendimento.
Un approccio al crudismo rilassato ed “elastico”, senza fretta e puntato verso l'acquisizione del sapere corretto mediante la lettura dei principali autori del settore, trovo che sia la via che può garantire il miglior successo.
Personalmente, ho abbandonato la mia intransigenza quando ho chiarito il mio obiettivo, che non è quello di essere LA crudista per eccellenza, ma semplicemente quello di “stare bene”. Così facendo ho, inoltre, riscoperto tutti gli altri ambiti che è importante curare e coltivare quanto una sana alimentazione.
E voi? Qual è il vostro obiettivo?

Concordo con l'assoluta preferenza per i cibi integrali, il meno manipolati possibile, ma non riesco a demonizzare le spezie. Non ne faccio largo uso e di alcune, come l'aglio, ne ho ridotto quasi completamente l'assunzione. Trovo che, man mano che il senso del gusto si ripulisce, il sapore delle spezie si esalti e diventi maggiormente percepibile e, quindi, ne basti una quantità minore per insaporire il piatto. Può darsi che col proseguire dell'esperienza crudista arrivi anch'io a considerarle superflue e svianti.

Sono assolutamente d'accordo sul punto 7 e non ho niente da aggiungere. Appena finito l'articolo farò i miei esercizi quotidiani! 🙂

Ho sentito anch'io dire che mangiando solamente crudo, oppure solamente frutta, ci si possa astenere dal lavarsi i denti e questi non ne risentano minimamente. La mia esperienza non è questa. Da quando mangio crudo sento la necessità di una maggiore attenzione all'igiene orale, uso il filo interdentale con molta più costanza e necessità, spazzolo i denti più volte al giorno, magari non sempre col dentifricio (lo preparo da me con l'argilla ventilata). Sto attenta a riequilibrare il pH della bocca dopo che mangio grandi quantità di frutta acida e a non spazzolare subito dopo, ma attendere almeno un quarto d'ora. Con questi accorgimenti non ho avuto peggioramenti della mia situazione dentaria preesistente.

Anche sul punto “droghe crude”, inizialmente, ci sono cascata. Però, come detto prima, penso siano dei piccoli “incidenti” di percorso che fanno parte dell'apprendimento. Una volta sentito il parere degli esperti del campo e, soprattutto, essersi fatta la propria personale convinzione ed esperienza, si raddrizza la rotta e si fa, come sempre, del proprio meglio. Se ascoltiamo il corpo, esso ci aiuta ad andare verso la decisione più saggia. Ancora prima di entrare in contatto con il pensiero di Patenaude, ma anche di Graham e di altri famosi crudisti d'oltreoceano, nei confronti del cacao crudo, ad esempio, il mio palato aveva smesso di considerarlo appetibile. …ed ero una cacao-dipendente!

La frutta secca va a braccetto con i semi oleosi, anche se questa è la peggiore delle combinazioni alimentari! Sarà che ci hanno abituato a vederli insieme nel muesli… Il discorso è lo stesso: all'inizio ci si butta su questi perché saziano e sono molto buoni, però il rischio di squilibri, alla lunga, è grande. Meglio buttarsi sulla frutta fresca! Tra l'altro, la frutta secca è pessima per la salute dei denti. Io la utilizzo molto saltuariamente per preparare dei dolci crudisti, altrimenti non la cerco mai. I datteri, come ho scritto sopra, li uso per dolcificare i green smoothies, ma da soli non li mangio più ed il corpo non li richiede. Quoto interamente Patenaude su questa frase: “Se si mangia frutta fresca in abbondanza non è possibile desiderare la frutta secca”.

Spero che questo post un po' lunghetto possa esservi utile per confrontare la vostra esperienza con la mia, rispetto a queste 10 comuni “défaillances” crudiste. Enjoy

Articolo di Megliocrudo.it: citazioni del testo possono essere fatte liberamente solo se si indica chiaramente che l'autore è megliocrudo.it e si inserisce un link che rimandi al contenuto originale su questo sito. Non è permessa la copia di interi articoli; per citazione si intende un estratto dal testo che non superi il 40% del medesimo.

 

 

 

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