Come sono guarita dal Morbo di Horton e dalla Polimialgia Reumatica


manialcieloQuesto articolo è il primo della categoria che ho denominato “Testimonianze”. Ritengo importante trasmettere il messaggio di chi ha sperimentato in prima persona l'alimentazione cruda, sia al 100% che in percentuale di poco minore. Penso sia uno dei modi più efficaci per dare a chi legge, e non ha ancora abbracciato il crudismo vegano, una prospettiva concreta dei tanti benefici del crudo.
Per me è un'intervista molto particolare, perché Vanna… è mia sorella.

R – Ciao Vanna, innanzitutto grazie di aver accettato di raccontare la tua storia ai lettori di Meglio Crudo. Se ben ricordo, è all'inizio dello scorso anno (2012) che ti è stata diagnosticata una malattia importante… come si manifestava?


V – Avevo dolori articolari e muscolari già da tempo. All'inizio non si capiva di cosa si trattasse. Mi ero rivolta al mio medico di famiglia che mi aveva prescritto degli antinfiammatori, i quali non avevano apportato nessun beneficio. Mi sono, quindi, rivolta ad un fisiatra, per tentare di risolvere con trattamenti non farmacologici, ma anche con questo approccio non ho ottenuto miglioramenti.
Dopo un anno di sofferenza, si è aggiunto un considerevole rialzo termico. Il fisiatra ha quindi ritenuto opportuno che eseguissi delle analisi, dalle quali è risultato un forte innalzamento della PCR e della VES. Sulla base di questi risultati, sono stata indirizzata ad un reumatologo, il quale ha diagnosticato la Polimialgia Reumatica. Nel frattempo le arterie delle tempie si erano ingrossate, tanto da sembrare della varici; avevo mal di testa talmente forti da non riuscire a tenere la testa sul cuscino né a girarla e, infine, mi è stato diagnosticato il Morbo di Horton. Mi è stato spiegato che si tratta di una combinazione di patologie autoimmuni di tipo reumatico che spesso si presentano in contemporanea, per le quali non esiste terapia risolutiva. L'unico rimedio “palliativo” sarebbe stato assumere cortisone per un paio d'anni e, se fossi stata fortunata, forse avrei potuto risolvere la patologia.

RQuindi, queste due patologie si manifestavano con forti dolori reumatici e l'ingrossamento delle arterie temporali…

V – Avevo dolori talmente forti da risultare immobilizzata. Non riuscivo a muovere le braccia, né le anche; non riuscivo a vestirmi ed a lavarmi, in pratica ad accudire me stessa… avevo difficoltà persino a masticare e mangiare.
La preoccupazione era anche enormemente accresciuta dal fatto che dalle ricerche sul web relative a queste patologie ottenevo risultati terrificanti: davanti a me si prospettava la dipendenza dal cortisone o l'invalidità.

R – Non prendendo cortisone rischiavi di arrivare ad una condizione di invalidità?

V – Si. Mi avevano anche detto che il cortisone serviva solamente ad alleviare i dolori e che, comunque, non sarei guarita completamente. Per avere un'ulteriore valutazione, ho consultato anche un altro reumatologo, che ha confermato sia diagnosi che terapia.
Ulteriori analisi di laboratorio hanno poi escluso che fossero presenti altre patologie, in quanto analoghi disturbi potevano essere conseguenti alla presenza di un tumore.

R – Come ti alimentavi, allora?

V – Ero onnivora, con consumo saltuario di carne, ma regolare di pesce, latticini, uova ed insaccati.

R – In quali proporzioni consumavi cibi crudi e cotti?

V – Praticamente tutto cotto. A crudo giusto un'insalatina… non certo le quantità che consumo adesso! La consideravo un contorno piuttosto che una portata, un accompagnamento al piatto principale. Ora sono stabile su un 90% di crudo e penso che in estate passerò al crudo 100%.

R – Cosa ti ha indotto a modificare il modo di alimentarti?

V – Tutti i medici “ufficiali”, reumatologo, fisiatra, medico di famiglia, nonché un altro amico medico che avevo contattato, mi consigliavano caldamente di assumere il cortisone. Ma, contemporaneamente, avrei dovuto prendere un farmaco contro l'osteoporosi, un altro per lo stomaco, la vitamina D per le ossa ed altri ancora.
Nel frattempo, ho avuto modo di leggere la tesina di Valdo Vaccaro relativa al morbo di Horton (che per me è stata fondamentale) e, a partire da quella, ho iniziato a leggere e a documentarmi sull'igiene naturale e sul crudismo. Ho letto con rinnovato interesse “Alimentazione Naturale”, sempre di Valdo Vaccaro, ho iniziato a frequentare il suo blog e mi sono iscritta al gruppo Facebook “Crudismo Facile”. Le nuove informazioni acquisite da questi canali mi hanno portato a riflettere ed arrivare alla decisione di fare di testa mia.

Nel gruppo Facebook, tra l'altro, ho instaurato delle amicizie che mi hanno rassicurato sulla mia scelta, fornendomi l'esempio di persone che con il crudismo avevano superato malattie di tipo reumatico simili alla mia. Potrei dire che da questo è cominciata l'avventura.
Ho iniziato a consumare tanta frutta, verdura e a bere litri di estratti… In particolare Valdo, nella stessa tesina, aveva raccomandato l'assunzione di betaina come antinfiammatorio naturale, precisando che è contenuta nelle foglie verdi, in generale, ma in abbondanza nelle bietole.
Per diversi mesi ho raccolto bietole selvatiche e ne ho estratto il succo, accompagnandolo a quello di altri ortaggi: ne ho bevuto tanto che ora non sopporto più il succo di bietola!
In un mese la febbre è calata, mentre definivo meglio la dieta, diminuendo il consumo di olio, inserendo l'avocado, aumentando il consumo di frutta e rispettando le combinazioni alimentari. Grazie ai consigli che ho ricevuto sono arrivata, infine, a seguire uno schema alimentare piuttosto buono per me.

R – Che vantaggi hai riscontrato proseguendo con la nuova alimentazione?

V – Con il crudismo, pian piano, ho avuto modo di vedere progressivi miglioramenti nella mia condizione fisica. Dopo qualche tempo i dolori si sono attenuati, ho potuto recuperare lentamente la motilità delle braccia e fare brevi passeggiate.
Dopo nove mesi di crudo quasi integrale mi sarei aspettata almeno un miglioramento delle analisi di laboratorio. Invece, queste erano tali e quali a quelle relative al periodo nel quale ero immobilizzata. La mia condizione generale era migliorata, ma dalle analisi questo miglioramento non risultava. La cosa mi sembra tuttora strana ed al tempo mi ha alquanto demoralizzato. Il giorno in cui ho ritirato le analisi ero così depressa che non sono voluta rientrare a casa, ma sono passata a trovare un gruppo di amiche che seguono un corso di ballo e dal giorno mi sono iscritta anch'io. Mi sono detta: “Nonostante tutto devo riuscire a ballare!”

R – Hai reagito, quindi…

V – Si. E mi ha fatto molto bene! Vedere che riuscivo a fare qualche ballo anche se non per intero, mi ha tirato su di morale. Anche in questa attività ho potuto, nel tempo, apprezzare i progressivi miglioramenti.

R – Ed ora come stai?

V – Sto benissimo: vado regolarmente a ballo ed ho ripreso le lunghe camminate che mi mancavano tanto, vado a fare la spesa e riesco a prendere i pesi, riesco a guidare… insomma, sono autonoma. In più, sento una buona dose di energia addosso, come da tempo non provavo.

R – Quanto di questo miglioramento ritieni sia dovuto alla dieta?

V – Sono più che sicura che il miglioramento sia avvenuto interamente grazie al crudismo perché non ho preso alcun farmaco. Mi sono solamente disintossicata. Io credo che questo tipo di alimentazione abbia fatto un bel po' di pulizia nel mio organismo.

R – Nella tua esperienza, si sono presentati aspetti negativi del mangiare crudo?

V – Un problema che ho avuto con il crudo è quello del troppo dimagrimento. Ho scritto nuovamente a Valdo Vaccaro e lui mi ha consigliato di introdurre nella dieta cereali senza glutine, miglio, quinoa, amaranto e di aumentare tutte le quantità del cibo che già mangiavo. All'inizio non riuscivo perché mi saziavo presto e poi, dopo poco tempo, avevo di nuovo fame. Ora, invece, mangio “quintalate” di frutta, la più varia possibile.
Un altro “effetto collaterale” del mangiare crudo è che quando devo viaggiare o quando devo uscire, soprattutto di mattina, devo provvedere a variare la mia routine quotidiana e mangiare cibi più solidi, sempre scelti tra frutta e/o verdura, per non dover avere per forza una toilette a disposizione.

R – Torneresti ad alimentarti come prima?

V – Assolutamente no. Ora le analisi di laboratorio sono rientrate tutte nella norma. Anche il mio medico di famiglia, che dapprima mi aveva ossessionato per farmi cambiare atteggiamento, si è arreso all'evidenza e mi ha detto che non ha nulla da obiettare. L'unico a darmi fiducia da subito è stato il fisiatra; all'inizio, quando mi vedeva, mi salutava sorridendo con un: “No cortisone?”. In seguito, durante un periodo in cui ero un po' depressa e dubbiosa sulla bontà della strada intrapresa, mi ha incoraggiato a continuare dicendomi: “Proprio ora che hai resistito e ti stai riprendendo, assolutamente non devi prendere cortisone!”. Ora è entusiasta dei miei risultati e non vede l'ora di riferire al reumatologo che sono guarita senza farmaci.

Articolo di Megliocrudo.it: citazioni del testo possono essere fatte liberamente solo se si indica chiaramente che l'autore è megliocrudo.it e si inserisce un link che rimandi al contenuto originale su questo sito. Non è permessa la copia di interi articoli; per citazione si intende un estratto dal testo che non superi il 40% del medesimo.

Valdo Vaccaro
Manuale pratico di igienismo-naturale
La rivoluzione vegetariana: mangiare bene per vivere meglio
Anima Edizioni

Jacqueline Lagacé
Curare l’infiammazione cronica
con il cibo
Pickwick

Christopher Vasey
Prevenire e curare in modo efficace,
senza effetti collaterali
Punto d’Incontro Edizioni

Condividi su